In un mondo globalizzato e in una società multiculturale nessun malato deve sentirsi “fuori luogo”.
In luoghi geografici differenti, spesso lontani dai paesi di origine, i contesti culturali variano e, di conseguenza, anche le pratiche terapeutiche e i farmaci che vengono proposti come elementi di cura devono tenere conto di questo. La necessità di offrire una “medicina interculturale” (in grado cioè di ricomporre tra loro culture e malattie, luoghi e persone) deve essere un elemento da tenere in considerazione quando il medico propone una soluzione terapeutica a un malato che appartiene a una tradizione culturale differente dalla propria.